Davvero serve dire che il Natale è solo una bella storia per far felici i bambini? E che da grandi, in maniera pervicace, continuiamo a pensare che possiamo essere felici come lo eravamo da piccoli soltanto mettendo luci dappertutto e facendo shopping compulsivo?
La pandemia ci dovrebbe aver restituito un Natale più sobrio, ma così non è stato. La stessa frenesia, ancor più accentuata dalle costrizioni e mostrata in maniera orribile attraverso la pochezza delle esternazioni di protesta sui social. Ci hanno rubato il Natale, dicono gli stessi che fino all’anno scorso non potevano sopportare la costrizione di infiniti pranzi e cene con famigliari più o meno tollerati. Ma si sa, metti una regola e noialtri Italiani faremo di tutto per infrangerla, ben attenti a puntare il dito sugli altri che lo fanno. Ma questa è un’altra storia, e come detto, non serve ora dire tutto quello che vorrei dire.
Può succedere però che, al di là del Natale, i giorni chiusi in casa, senza dover correre da una famiglia all’altra, senza avere il dovere di incontrare gente per scambiarsi doni, ti regalino dei bei momenti soltanto per te stesso.
Si ritrova un po’ di serenità, si riesce a stare un po’ da soli, ci si predispone con il giusto approccio all’incontro. L’incontro è voluto, non è doveroso. L’incontro è desiderato, bramato, al punto di ardere nell’anima. Così viene forte il desiderio di condividere le cose belle, quelle belle per davvero.
Una tazza di cioccolato speziato, per esempio, non dovrebbe mai essere bevuta da soli. O un whisky torbato e lasciato a riposare anni nelle botti di sherry. O una carezza. O semplicemente uno sguardo, ma non da relegare a una fotografia, o peggio a un video. E siccome non è possibile guardarsi negli occhi per davvero, allora facciamo in modo che questo possa accadere comunque.
Allunghiamo le dita sull’anima di chi amiamo, posiamo i nostri occhi sul suo cuore, tiriamo il filo finché non ce n’è più. Senza programmarlo, soltanto perché è il momento giusto. L’ho già detto, mi pare: quando qualcosa di grande sta per accadere, bisogna avere la prontezza di saperlo riconoscere.
La grandezza di riconnettere quello che è già connesso, ma di farlo in maniera consapevole e decisa, questo è il nostro obiettivo. Non è facile, nessuno pensi che lo sia. Ma è nostro preciso dovere perseguirlo, Natale o non Natale. Perseguire la grandezza delle cose, osservarla, riempirsene l’anima e il cuore, per poi condividere. Questo vuole l’Universo.