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Il Piano C

Il Piano C prevede l’espatrio. Dovevano esserci pure un Piano A e un Piano B, ma quelli sono miseramente falliti. Oddio, anche il Piano C non è propriamente attuabile, ora. Ci sono le misure contro la pandemia e non si può uscire dalla regione di appartenenza, figuriamoci andare all’estero.

Serve una causa di necessità, un tampone molecolare fatto 24 ore prima, ma soprattutto serve tanto culo. Non ti devono fermare ai confini delle regioni, devi sperare che ti lascino passare al primo confine nazionale, poi devi affrontare i gendarmi del Paese straniero, poi arrivare al secondo confine, di nuovo i gendarmi del primo Paese e poi quelli, più infami (non si sa perché ma è sempre così) del secondo Paese. Non voglio pensare poi ai posti di blocco in terra straniera, dove dovrei parlare una lingua barbara per farmi capire, ma il problema è che la lingua barbara io non la conosco.

Poi, se tutto va bene, si arriva a destinazione. Il Piano C è un piano, non di certo una passeggiata, quindi non posso fare che arrivo e suono al campanello. Cose del genere potevano essere fighe una trentina d’anni fa. No. Occorre entrare dalla finestra, e ovviamente non è il piano terra.

C’è pure un’altra cosa da considerare: sono grasso, lento e vecchio. Avrei bisogno di un complice, ma davvero non è possibile. Mica lascio la gloria a lui. Quindi dovrò trovare qualche sotterfugio e qualche espediente per poter raggiungere la finestra del caso. Che so, spostare un enorme secchio e salirci sopra, oppure arrampicarmi su una grondaia che non mi reggerà mai. Difficile eh…

Poi abbiamo il problema che, essendo vecchio, ho bisogno del mio bagaglio. Mica posso andare con uno zainetto e basta. E poi il bagaglio come lo tiro su? Lo lascio là fuori in attesa di poterlo far entrare in maniera canonica, dalla porta? Il mio bagaglio è importante, c’è dentro tanta tanta storia, cose da portare, cose da fare, cose da sognare. C’è un gladiolo rosso e ci sono le mie radici. Niente da fare, il bagaglio è troppo importante e va considerato per bene.

Il piano si mette in atto dopo il tramonto, quindi dovrò vestire di nero. Attillato. Per non avere fastidi mentre mi muovo come un ninja. Però o mi metto un passamontagna nero, oppure mi devo colorare i capelli. Sono tutti bianchi. Ho già detto che sono vecchio?

Insomma, il Piano C è: attraversare il Paese confidando nel culo; attraversare un paio di frontiere e due Paesi confidando nel culo; arrivare a destinazione, improvvisare. Decisamente non un gran Piano.

Ma è figo. Alla peggio suono al campanello, magari qualcuno mi apre.

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