Il primo articolo di un blog dovrebbe avere un non so cosa di autocelebrativo, almeno nell’immaginario di chi un blog intende avviarlo.
C’è una partenza programmata da tempo, rinviata perché l’Universo ci ha messo di mezzo una pandemia, e rinviata ancora perché i governi di questo sasso continuano a promulgare misure assolutamente inadeguate alle circostanze particolari.
C’è quell’ansia della sera prima, quando hai fatto le valigie da una settimana oppure ancora non le hai fatte, quando non riesci a prendere sonno perché tanto ti devi alzare fra poco, quando sei talmente stressato dall’attesa che quasi non vuoi partire più.
C’è quella consapevolezza che il viaggio è importante, e che tornerai a casa con qualcosa di nuovo, di bello, qualcosa che aggiungerà un pezzetto colorato alla tua anima.
Rimane il guardare tutto questo, il giorno della partenza, seduto alla tua solita poltrona, mentre fai le solite cose, perché le situazioni cambiano e bisogna essere resilienti.
C’è una partenza diversa, di un progetto di scrittura, utile probabilmente soltanto a chi scrive, e che ci ricorda di essere sempre, costantemente, i sovrani del cambiamento.