Quando si pensa di essere una persona dai giusti valori, una persona che dà importanza agli altri, alle loro esigenze e al loro sentire, quando si è agito per un cinquantennio in un certo modo, affrontando a viso aperto i problemi, le discussioni, le litigate, gli amori e le difficoltà, quando si è reagito con grande responsabilità a tutte le prove che si sono dovute affrontare, diventa difficile poi prendersi due aggettivi così forti, così mortificanti e così umilianti nel giro di due giorni dalle due persone che ami di più.
L’unica cosa da fare è andare a mettersi a letto, chiudere gli occhi e cercare di riconsiderare, nel modo più obiettivo possibile, quello che sei veramente. Magari è solo percezione, magari è solo autostima molto alta. Magari davvero sono cattivo e codardo, anche se credo di no. Però una cosa mi ha portato fin dove sono e mi fa essere chi sono: mai, e dico mai, adagiarsi sulle proprie sensazioni. Serve sempre un occhio terzo, serve sempre qualcuno che ti mostri come è fatta fuori, la conchiglia. Perché io posso anche sentirmi una perla, ma la perla fa parte di un contesto che sono sempre io. E devo vederlo bene.
Non sarà una notte facile, stanotte.