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La Strada

Ci sono dei momenti in cui si sente l’esigenza di percorrere una strada conosciuta, anche se non è indispensabile. Siamo chiari, non è una metafora, parlo proprio della strada, quella fatta di asfalto che collega un posto a un altro posto. Beh, in realtà tutte le strade sono collegate, in genere, ma ci sono i tragitti. Ecco, mettiamola così. Ci sono dei momenti in cui si sente l’esigenza di percorrere un tragitto conosciuto, un tragitto percorso tante volte e che da tanto tempo non si frequenta più.

Che poi l’esigenza nasce così, perché ti ci trovi per caso, o vicino, o con un po’ di vino sullo stomaco. E parti con l’idea di andare a sovrascrivere alcune cose, e poi ti ritrovi a scoprire che la strada è sempre quella, che è il motivo per cui la percorri che cambia, e non è detto che ci sia un motivo più giusto di un altro.

Mi sono trovato, no, meglio, ho voluto percorrere di nuovo una strada. E, sebbene fossi partito con l’idea di sentire di nuovo alcune sensazioni, ho scoperto che la strada è sempre la stessa. Ovvio, dirai, che è sempre la stessa. Vero, ma non così scontato. Perché alla fine una strada porta da una parte all’altra, ma quello che trasporti lungo la strada può essere gioia, soffocamento, rancore, amore, fuga. Oppure può essere soltanto il ritrovarsi lungo un percorso noto, ma con presupposti molto, molto diversi.

Ed è stato appagante. Rassicurante. Con grande sorpresa.

La strada mi ha messo sulla faccia un bel sorriso, per tutto il tragitto, mi ha rimandato alle curve prese male, alle volte che è stata percorsa in 18 minuti anziché 25, alle volte che è stata percorsa in 30 minuti anziché 25. E mi chiedo quanto valesse la pena accelerare o rallentare, forzando quello che la strada ti chiede davvero.

Ecco, stanotte, quella strada, me la sono davvero goduta per quello che è. La strada che mi riporta a casa. Davvero, finalmente, e senza rimpianti.

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