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La vita, l'universo e tutto il resto

Venerdì Santo

Ci sarà un motivo per cui non si riesce ad andare a dormire. Ok, le elezioni. Ok, la quarta lista all’improvviso e Mauretto che dorme e io che devo fare il suo lavoro. Ok, l’attesa delle conferme, che poi arrivano. E ok, un goccio di bourbon per rilassarsi un po’.

Eppure ecco, ti sale la nostalgia, ti viene in mente che sono passati un sacco di anni, che viene il venerdì santo, che si dovrebbe mangiare pesce eppure ci sono sempre gli arrosticini. E non si dorme, o meglio, non si va a letto, perché la testa gira, e tanto.

Poi mettiamoci pure che il venerdì santo di quest’anno è il 7 aprile, che è il compleanno di Giovanni. Avrebbe compiuto 75 anni, eppure manca da 15. Beh, forse è all’inferno, o forse no. Qualcosa gli dobbiamo, anche se tanto abbiamo da recriminare. Ma qualcosa di importante gli dobbiamo.

Allora cerchiamo di sovrascrivere il concetto di venerdì santo che oramai da nove anni torna cattivo e ingombrante. Liberiamoci dei fantasmi, sia di quelli morti sia di quelli ancora vivi, e andiamo a sbraciare per noi stessi. Perché la vita, e l’universo, ci hanno portato altrove, eppure la testa a volte si inchioda dove non dovrebbe, perché è facile lasciarsi portare per mano dai ricordi di quello che è stato e dalla chimera di quello che sarebbe potuto essere.

Guardiamo a quello che c’è ora. Che è tanta, tanta roba. Ma tanta, anche davvero.

Pensiamo a come l’universo abbia messo a posto le cose, senza pensare che quello che è stato possa essere stato un incidente di percorso. Era soltanto il tragitto per arrivare dove siamo ora. Un tragitto bello, crudele, entusiasmante e doloroso. Ma ora, tanta roba. Non dobbiamo dimenticarlo. Mai.

Perché l’universo aveva un progetto, da sempre, e per sempre.

E Giovanni, che fa gli anni, non lo sapeva, ma è stato parte del progetto, e questo non va dimenticato mai.

Buon compleanno, papà.

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