Ci sono delle notti, come questa, in cui avverti nell’aria l’arrivo della tempesta. Sai di essere sul bordo di un ciclone, dove il vento spira forte e quasi ti soffia via l’anima. Una piccola folata, poi una raffica, infine i sibili di tutti i pertugi della città che si lamentano assieme.
L’umore cambia, si instilla un senso di ansia dovuto all’attesa della potenza degli elementi che costringerà, di nuovo, la città deserta. Arriva la calma, nel cuore. Quel senso di ineluttabilità, di quiete, di rivalsa che è proprio dell’osservare qualcosa di più grande, qualcosa che non puoi capire, qualcosa che può soltanto lasciarti stupito.
Il vento si fa impetuoso, le persiane sbattono, vorresti uscire e permearti di tutta questa potenza, quasi farla tua, ma no, non lo fai, perché in fondo sei un essere razionale e capisci che il rischio potrebbe non valere la pena.
Rischiare. Questa è la chiave, lo hai fatto un tempo, lo rifarai ancora, ma non per una tempesta che arriverà domani. Lo rifarai per comprendere quella tempesta che dentro di te è così attratta da quella che sta per arrivare. Perché l’Universo ha deciso che quello che è affine si deve ricongiungere, e quello che è uno non può stare diviso.
Rischierai. Di nuovo. Sai che probabilmente ti farai male, ma rischierai di nuovo, perché, anche davvero, ne vale la pena.