Dopo averci rubato l’inverno, la primavera e l’estate, ho molta speranza per questo ottobre che comincia. C’è un percorso, ad ottobre, che andrebbe fatto tutti gli anni. Quando finisce finalmente l’estate e comincia l’autunno.
Quando arriva ottobre la temperatura è finalmente gradevole, le giornate non sono più così lunghe, la sera è accompagnata ancora dal canto di un grillo che, inaspettato, torna a trovarmi.
Quando arriva ottobre viene la voglia di andare al mare, dove ormai non c’è più nessuno, dove gli aperitivi sono solo una triste testimonianza di un’estate passata male, dove le onde accarezzano la battigia con un po’ più di forza, e il loro suono è tutto ciò che si può ascoltare.
Quando arriva ottobre le foglie diventano gialle, poi ocra, poi rosse, infine cadono e consentono alla nostra strada di vestirsi di un bel tappeto elegante, tanto che è quasi un peccato camminarci sopra.
Quando arriva ottobre ripartono i progetti, la voglia di fare, di vivere e di partire. Si ricomincia a progettare il futuro, a svegliarsi di buon umore dopo aver riposato bene. Ottobre è quando il cammino comincia, e hai davanti la strada da percorrere.
Poi arriva ottobre, per davvero, e non riesci a vedere la strada. Di nuovo. Ci sono corse in ospedale da fare, persone da accogliere, gatti che saltano dalle finestre, ordinanze restrittive sull’uso della mascherina, un letto da costruire e da rifare, la notte che all’improvviso si fa lunga.
Occorre avere un po’ di pazienza, però, e ottobre non delude mai. I brutti pensieri se ne vanno, piano piano; si fa forte la consapevolezza di poter contare su chi a te ci tiene davvero; in quel letto alla fine riesci a dormire; la gente finalmente se ne sta a casa e forse, dico forse, quella mascherina farà passare la voglia a tanti di comportarsi da idioti. E alla fine i gatti non saltano dalle finestre. Dalle finestre si sente, di nuovo, il grillo che ci accompagna, cantando, fino alla prossima bella giornata, sulla nostra strada di ottobre, la strada che porta a casa.