Quando saremo liberi dallo spazio e dal tempo, quando il nostro corpo non sarà più un ostacolo, quando ci faremo energia e conoscenza, sarà bello fermarsi un momento su quella spugna ghiacciata che è Iperione, e dare un’occhiata al panorama.
Iperione era un titano, il pilastro dell’Est, e rappresenta la rinascita, il sole al di sopra di tutto. Ma si è fatto spugna e si è fatto ghiaccio, per ammirare Saturno e i suoi anelli. E’ stato umile e lungimirante.
Impariamo dunque ad essere umili. In attesa di mutare e di rinascere ci accontentiamo, dunque, delle piccole cose, e in esse troviamo la gioia: qualche dolce troppo dolce di provenienza esotica; qualche parola, dolce anch’essa; un liquore all’assenzio che apre gli orizzonti alla mente; un indumento che ci fa sentire più vicini a casa e parte di chi si vuole bene.
Aspettiamo con fiducia, ma anche con ansia, il momento in cui sapremo riconoscere qualcosa di grande, perché troppo spesso, quando qualcosa di così grande accade, non ce ne rendiamo nemmeno conto. Come inebetiti, lasciamo andare le cose. Lenti a reagire, stolidi, ottusi, quasi ciechi. E il momento passa, lasciando soltanto quel vuoto causato dalla sensazione di non aver goduto a pieno di qualcosa di veramente, veramente grande.