Mi chiedo spesso perché la saggezza dei nostri conterranei del sud Italia non venga tenuta nella giusta considerazione. Quando ero ragazzino e andavo a casa di Concetta, c’era sempre fresco. Beh, ora Concetta arde nelle fiamme, ma questo è un altro discorso. Concetta aveva la sapiente abitudine di tenere chiusi gli scuri, chiusi i vetri, e aprire soltanto un soffietto di finestra nella stanza a nord, dove il sole non sarebbe mai arrivato. L’aria condizionata non esisteva, eppure andare da Concetta, nei mesi estivi, era sempre una sorpresa. Perché che, non apri tutte le finestre per far passare l’aria? Con questo caldo? Non vorrai soffocare? Manca l’ossigeno. Come no. Lo stesso ossigeno che manca d’inverno quando tieni tutto chiuso e accendi i termosifoni. Allora può stare tutto chiuso, perché fuori ci sono 5 gradi e dentro 20. Ma quando fuori ce ne sono 35 non vuoi farli stare anche dentro? Eppure il principio è semplice. Chiudi, non entra il freddo. Chiudi, non entra il caldo.
Tutto questo per dire che ieri sono arrivato al mio appartamento e tutto era ben spalancato, con 35 gradi umidi. Una festa di zanzare e di sudore, di caldo e di boccheggiamento. Tutta la notte. Ma oggi no, oggi ho organizzato per bene a tenere chiuso, e stanotte si dormirà benissimo, senza umido e senza zanzare.
Intanto ho organizzato anche la postazione di smart working, sia quella diurna e sia quella serale, sotto un ulivo, con la brezza marina che mi accarezza i ricci. Certo, la voglia di lavorare un po’ (anzi tanto) ti passa, ma me ne farò una ragione.
Nel frattempo, nel tardo pomeriggio, ho esplorato i dintorni. Ho trovato come e dove andare a nuotare, dove andare a correre, dove comprare le cose da mangiare, dove andare a giocare a basket. Pensa che c’era un barbaro che tirava malissimo, con un altro barbaro, attempato, che in lingua barbara gli spiegava come doveva muoversi. La voglia di entrare in campo e dargli una lezione era tanta, ma, come dicevamo ieri, sono anziano, e probabilmente sarei durato tre minuti e quaranta secondi. Avrò modo di rifarmi.
Ma la cosa importante di oggi è stato bere la birra. In vetro. Quella là. Quella vera, quella che sa di questo posto. Quella che se te la porti a casa a Frascati fa schifo. Perché a Frascati dobbiamo bere il vino di Remigio, che non è granché, ma sa di Frascati. Se te lo porti all’estero fa schifo. Garantito. Perché mancano gli odori di contorno, mancano gli aho, mancano i sampietrini. Quindi mi sono goduto la mia birra di cattiva qualità ma, come dice l’etichetta, n°1.
Adesso, testata la postazione smart working esterna, verificato che tutto funziona a meraviglia, non rimane altro che andare a dormire. Perché come diceva Amedeo, quando si sta fuori ci si sveglia presto e ci si gode le ore più belle. Anche se sei da solo, soprattutto se sei da solo.