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Level Two

No, non se ne viene fuori. Ma noi, avvezzi ai videogiochi, siamo prontissimi per la prossima fase. Ready for next level two, player one. Non si fanno prigionieri, oltre noi che dovremo starcene chiusi per altri cinquanta giorni. Bisogna dunque attrezzarsi. Se l’anno scorso non avevamo avuto preavviso, ora sappiamo a cosa andiamo incontro, quindi: derrate alimentari, bevande superalcoliche, generi di conforto, un certificato per sport agonistico.

Zona arancione, dice. A me piace pensare all’arancione di un tramonto sulla neve, di questi tempi. Anche se non ci posso andare. Beh, sì, mi piacerebbe. Tante cose mi piacerebbe fare, ma non si può. Questo serve però a far capire che è importante non sprecare il tempo, quando se ne può disporre.

Quello che però ora è importante, tanto importante, è avere la prospettiva di cinquanta giorni. L’altra volta ci hanno fregato. Due settimane, poi una terza, poi una quarta e così via. Quelli lungimiranti hanno saputo scrivere un libro, dare sfogo alla creatività. Quelli normali, come noi, hanno dovuto sopravvivere inventandosi fonti di guadagno diverse che comunque non hanno compensato il disagio.

Allora facciamo un disco. O almeno lo impostiamo. Abbiamo strutturato una modernissima postazione per poter fare quello che si vuole. Mancano le capacità. Ebbene, studiamo. Prendiamo confidenza con il mezzo meccanico. Velocizziamo i processi e dedichiamoci alla composizione. Certo, c’è un po’ di ruggine, ma quella dovrebbe andare via facile, un po’ come quando non ti alleni per un sacco di tempo e poi ti fa male tutto.

Cominciamo a recuperare i progetti conclusi. Prendiamo dimestichezza con i nuovi software, poi passiamo a rielaborare i vecchi progetti mai conclusi. Infine gli strumenti. Bisogna riprendere confidenza e manualità con gli strumenti. Qualcuno disse che il pianoforte è come il greco antico, e il greco antico è come una bella donna. Se la trascuri ti lascia.

Beh, non è sempre così. Una bella donna, se è innamorata, c’è sempre, anche se non lo sa. Bisogna solo farle sapere che siamo là per lei. Di nuovo. Dopo trent’anni. E tutti quei giorni in meno mettiamoli a frutto per generare qualcosa di mai visto.

Doccia o parti strategiche? La seconda che hai detto, per ora. Poi, dopotutto, domani è un altro giorno.

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