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Non è mai abbastanza

No, non lo è mai. E il problema non è chi si aspetta sempre di più. No. Il problema è che io davvero non riesco a pensare di non saper fare di più, o dare di più. Poi arriva la frustrazione. Quella consapevolezza di sentire e non saper esprimere. Sentire tanto, sentire intensamente, sentire tanto intensamente.

Uno bravo, ma non poi così bravo, se no si monta la testa, ha scritto una bella cosa riguardo il piedone, il gelato dell’Algida o Eldorado che fosse (io lo posso nominare, chi se ne frega del copyright, mi leggono solo dall’estero). Diceva qualcosa a proposito di rimontare una scena in una spiaggia. E di quando avevamo tutto ma non sapevamo di averlo. E pure allora, caro il mio amico bravo, non era abbastanza, anche se in realtà lo era. Il punto è di sentirle, le cose. Sentiamo che è abbastanza? Mai. Non è mai abbastanza. Di fatto lo è? E chi lo sa, probabilmente sì, probabilmente no.

Come in un videogioco, quando cominci e sei a livello uno, due, cinque, fai una fatica immane per andare avanti. Poi vai avanti, arrivi al livello venti, trenta, cinquanta. Ti guardi indietro e pensi che il livello uno, due, cinque, era facile. No, non lo era. Altrimenti che senso avrebbe andare avanti? Ogni età, ogni momento, ogni situazione si porta dietro una difficoltà relativa all’esperienza acquisita. Pensi di essere in grado, superato il livello quarantanove, di affrontare il cinquanta. Eppure il cinquanta ti porta dove non ti aspetti, e non sai cosa fare.

Allora improvvisi. Forte dell’esperienza, improvvisi. E sbagli. E non è mai abbastanza. E ti impunti perché serve fare e dare di più. Fai e dai di più, ma poi c’è il livello cinquantuno. Eh già. Il cinquantuno ha bisogno di qualcosa in più.

No, non è mai abbastanza. Sappiamo che si deve andare oltre, ma non sappiamo come. Ci proviamo, sbagliamo, a volte ci dice bene, siamo fortunati e ci si riesce. Altre, la maggior parte, facciamo una fatica immane.

Proviamo a mettere tutto in una scatola. Magari, quando arriva a destinazione, chi la aprirà troverà tutto quello che serve, anche se a noi non sembra abbastanza. Perché non lo è mai, abbastanza. Cerchiamo solo di riconnetterci a quella spiaggia, a quel piedone, a quella barzelletta stupida, al livello uno. E con gli occhi di adesso avremo la consapevolezza che tanto, davvero tanto è stato fatto.

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