In questi giorni, se si guarda al cielo mentre si scende lungo la passeggiata di Frascati, vediamo la costellazione di Orione che si staglia tra gli alberi.
Di per sé questo fenomeno non sarebbe rimarcabile. Voglio dire, si tratta di una congiunzione particolare ma comunque non così interessante.
Eppure Orione ha un senso. Orione è una delle prime costellazioni che ho imparato a riconoscere. E oggi, se guardiamo bene, vediamo Betelgeuse, la gigante super gigante rossa che è la spalla destra di Orione, rifulgere con tanta forza.
Qualche tempo fa Betelgeuse si era praticamente oscurata, dando modo di pensare che una sua esplosione in supernova fosse imminente. Che poi, imminente, in tempi siderali, significa qualche centinaio di migliaia di anni.
Eppure io non sarò così fortunato da guardare il cielo mentre dovesse accadere, e probabilmente non avrò modo di vedere questa trasformazione prima che sarò passato dalll’altra parte, eppure una minima speranza di vedere una supernova illuminare i nostri cieli ancora la nutro. Fosse solo per poter dire oh, ho visto qualcosa di epico che mi rende l’idea di quanto immenso sia il cosmo e di quanto eventi catastrofici possano essere belli, visti da lontano.
E se, difficile a credersi, ma chi lo sa, intorno a Betelgeuse, ci sia un qualche pianeta in cui si sia sviluppata una civiltà? Saprebbero che il loro sole sta per annientarli? E come dirigerebbero la loro tecnologia per fuggire da tale calamità? E dove andrebbero?
Parliamo di navi generazionali, o di tecnologia che andrebbe in qualche modo ad aggirare i limiti della velocità della luce? E un pianeta come il nostro sarebbe compatibile con la loro fisiologia? Potrebbero invaderci? E se sì, come andremmo a difenderci?
Ebbene, facciamoci gli affari nostri ed evitiamo di segnalare la nostra presenza. La foresta nera. Chi si muove è preda di chi sta nascosto. Rimaniamo nascosti, per l’amor di Dio, sebbene Dio non esista.
Ma alla fine io credo che, vista la durata della civiltà umana che è un battito di ciglia nei tempi cosmici, se qualcuno è stato intorno a Betelgeuse lo sarà stato un enorme quantità di tempo addietro, e probabilmente sarà già estinto.
Asimov, mi pare, avesse fattto un’analisi statistica che tenesse conto della durata di una civiltà, dello stato di evoluzione delle stelle, dell’area abitabile intorno alle stelle stesse, e aveva postulato che, contemporanemanete al genere umano, soltanto una eventuale civiltà allo stesso grado di tecnologia potesse essere presente nella nostra galassia.
Insomma, andiamo a dormire tranquilli, con Orione che sorveglia il nostro cammino.