A mezzanotte è formalmente notte. Non più sera, non ancora mattina. Del resto se la parola stessa indica la metà della notte, e questo non è più vero, non è perché siano cambiate le dinamiche celesti, ma perché un certo tipo di società ci impone di star svegli quando invece sarebbe salutare dormire.
Dormire è bene. Dormire bene è meglio.
Poi però ci sono quelle notti in cui di dormire proprio non se ne parla. Quelle notti in cui ci si sente soli, anche se non si è soli. Quelle notti in cui si sente un buco nell’anima farsi largo verso il cuore.
Ti trovi a guardare il soffitto, a dirti che i sogni non sono abbastanza, che, come mi è stato insegnato tanto tempo fa, le cose vanno fatte, non sognate.
A volte, tuttavia, anche a volerle fare, le cose, davvero non si può. Situazioni contingenti, guerre, persone amate da non ferire, pandemie e misure di sicurezza da rispettare, regine che se ne vanno in silenzio.
Urli dentro, forte, tanto forte che nessuno lo può sentire, perché anche se sentisse non capirebbe il senso di quell’urlo. Imprechi, guardi di nuovo su, nel buio, provi a girarti su un fianco, ma niente. Il buco è sempre più grande, il dolore più intenso.
Pensi a quello che è stato e che sarebbe potuto essere, ti convinci che è giusto che le cose siano andate così, che altrimenti la tua vita sarebbe stata la vita di un altro, che non saresti mai dove sei ora, e tutto questo non sarebbe successo ma sarebbe successo altro, e nessuno sa se altro è meglio di questo.
Torna alla mente un sonetto di Shakespeare, struggente, malinconico ma che dà conforto. Anche se solo un sogno, di quelli che non si dovrebbero fare perché sono le cose, che vanno fatte.
Un sogno può dare speranza, impulso, motivazione, forza di attendere un giorno in meno. La speranza di un sogno ci porta dunque a lasciare andare il buco dell’anima, a dimenticarlo, a metterlo da parte per un po’, per cercare di addormentarsi fiduciosi che il sogno arrivi.
A volte arriva, molto spesso no. Ma è comunque un giorno in meno, di un percorso da costruire, e per essere bravi costruttori serve tanta forza. E la forza si ottiene dormendo bene.
Per questo stanotte dormirò, e dormirò bene.
When most I wink, then do mine eyes best see,
For all the day they view things unrespected;
But when I sleep, in dreams they look on thee,
And darkly bright are bright in dark directed;Then thou, whose shadow shadows doth make bright,
How would thy shadow’s form form happy show
To the clear day with thy much clearer light,
When to unseeing eyes thy shade shines so?How would, I say, mine eyes be blessed made
By looking on thee in the living day,
When in dead night thy fair imperfect shadeThrough heavy sleep on sightless eyes doth stay?
William Shakespeare, Sonnet 43
All days are nights to see till I see thee,
And nights bright days when dreams do show thee me.